«Non cessate mai di pregare,» scrive l’apostolo Paolo (1 Tessalonicesi 5:17). Ha il tono di un mandato, ma ai miei occhi è qualcosa di molto più grande, è una grazia, un regalo. Devo tener sempre presente: il grande Dio che ha creato cielo e terra e mantiene questo universo immenso, questo Dio dice: «Non cessate mai di pregare». Vuole che udiamo la Sua voce nel silenzio e al tempo stesso vuole udire le nostre voci! Vuole che preghiamo. Siamo chiamati a pregare in qualsiasi momento, ci ascolta e ha tempo per noi, sempre. È il Dio che brama gli uomini che ha creato a Sua immagine, persone che gli hanno voltato le spalle e non conoscono più la strada di casa e il loro Creatore.
Conosciamo il Suo modo di cercare e trovare gli uomini, come con Abramo che ha allontanato dagli idoli per richiamarlo a sé. Il popolo di Israele che ha creato, al quale ha affidato la Sua Parola, per il popolo e per il mondo. E in tutto ciò Suo Figlio si è fatto uomo, Gesù di Nazareth, nato da un’ebrea della discendenza di re Davide. Gesù di Nazareth si unisce al Suo popolo e attraverso il Suo popolo a tutti gli uomini. Egli, il Figlio di Dio, è diventato «figlio dell’uomo» e non si vergogna di chiamare gli uomini suoi fratelli. Chi viene a Lui e si affida a Lui può chiamare Dio «Padre nostro» come il Figlio di Dio.
Stare con il Padre!
Guardiamo Gesù: pregava, ha sempre pregato. Ne aveva bisogno? Mi sembra di vederlo scuotere la testa a questa domanda: bisogno? Che domande fai? «Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa» (Giovanni 5:20). Pregare significa stare con il Padre, guardare e ascoltare il Padre. Gesù non ha mai vissuto in altro modo. Voleva solo stare con il Padre, vedere il Suo operato, agire con Lui, vivere solo in comunione con Lui e non allontanarsi da Lui.
E ci chiama Suoi fratelli e ci dice: anche tu, con me, puoi stare con il Padre. Per questo motivo ci ha aperto la strada verso il trono di Dio. A tal scopo ci ha purificato con il Suo sangue ed è diventato il nostro sommo sacerdote che intercede per noi presso il Padre. «È alla destra di Dio e anche intercede per noi.» (Romani 8:34). Prega per noi, oggi.
Pregare è molto più che parlare
Pregare sempre, grazie a Gesù Cristo questa strada è aperta anche a noi. Che grande regalo! Ma come si fa? Non possiamo sempre parlare o meditare in silenzio! No, Dio non intendeva questo, pregare è ben più che parlare e meditare.
Immaginiamo due persone che si amano e che percorrono la strada della vita insieme. Parlano continuamente tra loro? Certamente parlano tra loro, ma non ininterrottamente. Mangiano, dormono, lavorano insieme e hanno cura uno dell’altro. Sanno sempre che l’altro è lì e poiché si amano, percepiscono cosa fa felice l’altro. Così deve diventare la nostra comunione con il Padre e il Figlio!
«E io non faccio che pregare»
E ora sorgerà un muro di preghiere nel nostro Paese. Una catena, ci sarà sempre qualcuno in preghiera nel nostro Paese. Perché niente può accadere senza preghiere. Combattendo contro gli Amalechiti Mosè ha sempre dovuto pregare, volgendo le mani a Dio. Gli Israeliti appresero che la vittoria e una vita compiuta potevano essere raggiunte unicamente pregando. E Mosè capì che aveva bisogno di supporto nella preghiera.
«E io non faccio che pregare» dice letteralmente Davide nel Salmo 109:4b. Il Signore Gesù poteva dirlo di sé. Noi possiamo crescere in tal senso ed essere di aiuto gli uni agli altri. «Non cessate mai di pregare». Con la catena di preghiera ci sosteniamo reciprocamente, c’è sempre qualcuno che prega, una o più persone davanti a Dio, in ascolto, pregando per la propria vita, per le chiese e le comunità, per il nostro Paese, per Israele, per il mondo con tutti i popoli. È una grazia che ci sia permesso farlo.
Florian Sonderegger